Sony PXW-Z90: l’autofocus per i professionisti Sony PXW-Z90: l’autofocus per i professionisti
Quando si parla di autofocus, molti operatori storcono il naso, ma vale la pena mettere alla prova il nuovo sistema AF Fast Hybrid di... Sony PXW-Z90: l’autofocus per i professionisti

Quando si parla di autofocus, molti operatori storcono il naso, ma vale la pena mettere alla prova il nuovo sistema AF Fast Hybrid di Sony che equipaggia il camcorder PXW-Z90 per rendersi conto che può essere d’aiuto, se non prezioso, in molte occasioni.

L’autofocus sfrutta ben 273 punti che coprono circa l’84% dell’inquadratura ed è in grado di agganciare automaticamente il soggetto, sfruttando anche la funzione di riconoscimento dei volti. La sensibilità e la velocità della messa a fuoco possono essere regolate in modo da adattarle alle diverse situazioni. Inoltre, è possibile selezionare la zona di messa a fuoco semplicemente toccando il display, un touch screen LCD da 3,5”. Per quanti ne volessero fare a meno, c’è comunque la solita ghiera attorno all’obiettivo che permette di regolare manualmente la distanza di messa a fuoco. Il nuovo mirino OLED, composto da 2,36 milioni di punti, garantisce un controllo molto accurato, grazie anche alla possibilità di ingrandire le immagini fino a otto volte e alla funzione focus assist.

Non è però questa l’unica novità del nuovo camcorder che abbiamo avuto modo di provare per alcuni giorni. Il sensore è un Exmor RS da 1” e 14,2 megapixel, stessa dimensione di quello impiegato dal PXW-X70 – esteticamente e funzionalmente del tutto simile allo Z90 e che al momento rimane in produzione – ma il sensore ha uno strato in più per il trattamento del segnale, cosa che si traduce in una maggiore velocità della lettura dei dati. Dal punto di vista pratico, tutto ciò comporta una riduzione dell’effetto rolling shutter, avvertibile solo con spostamenti molto rapidi del camcorder o del soggetto.

Rispetto all’X70, la sensibilità del sensore è praticamente la stessa e impostando valori più elevati di 12 dB del guadagno, che può arrivare a 33 dB, il rumore diventa apprezzabile. L’ottica è sempre uno zoom Zeiss VarioSonnar 12x con apertura massima che varia da 2,8 a 4,5 e si hanno a disposizione tre filtri ND (1/4, 1/16 e 1/64). La funzione Clear Image Zoom permette di estendere l’escursione focale a 18x in QFHD e 24x in HD con una veramente minima perdita di qualità. Per le riprese in HD è anche possibile attivare il Digital Extender, che sfrutta solo la zona centrale del sensore e raddoppia così la lunghezza focale massima.

Il PXW-Z90 può registrare il video su schede SD o Memory Stick in formato QFHD (3.840×2.160), compresso in XAVC con campionamento 4:2:0 e bitrate di 100 e 60 Mbps, ma solo a 25 fps, proprio il minimo per gli standard attuali. Molto più ampia la gamma di cadenze di ripresa per il video HD, compresso in XAVC con bitrate fino a 50 Mbps: oltre a quelle standard fino a 50p in modalità interlacciata e non, è possibile la registrazione continua a 100p attivando la funzione Slow&Quick Motion che permette di selezionare anche cadenze di 1, 2, 3, 6, 12 e 25 fps (valori questi selezionabili anche per riprese in QFHD). Cadenze superiori – 250, 500 e 1.000 fps – sono possibili con la funzione Super Slow Motion, ma in questi casi la definizione delle immagini è ridotta e la durata della registrazione è limitata a qualche secondo, circa 4 secondi alla massima cadenza di ripresa.

HDR istantaneo

L’altra interessante novità del camcorder PXW-Z90 è la possibilità di registrare direttamente il video HDR (High Dynamic Range) nella variante HLG (Hybrid Log-Gamma), pronto per la trasmissione in questo standard. Questo è solo uno dei dieci Picture Profile selezionabili che includono anche quelli più “cinematografici” con curve del gamma S-Log2/S-Log3 e spazi colore Cine. Ciascun profilo può essere modificato intervenendo su una decina di parametri tipici di una telecamera broadcast: spazio colore, curva del gamma, dettaglio, correzione colore su sei assi e altro ancora. Registrando in HDR, si ottengono immagini con una più ampia gamma tonale e ricche di dettaglio nelle alte luci anche quando sono riprodotte su un monitor non HDR, senza che sia necessaria alcuna post-produzione.

Per quel che riguarda l’audio, il camcorder è dotato di un microfono stereo interno e di una presa mini-jack da 2,5 mm mentre i due ingressi XLR, con alimentazione phantom e tutti i relativi controlli, sono collocati sull’impugnatura removibile. Quest’ultima integra un comando supplementare per lo zoom e un altro pulsante per l’avvio e l’arresto della registrazione .

La connettività Wi-Fi integrata può essere sfruttata sia per il controllo a distanza del camcorder, sia per lo streaming del video o il caricamento su un server FTP. Con l’opzione CBKZ-WTCL, acquistabile separatamente, è anche possibile utilizzare uno smartphone per sincronizzare il timecode di più camcorder.

Impressioni d’uso

Dal punto di vista operativo, l’utilizzo del camcorder si è dimostrato abbastanza intuitivo, almeno se si ha una certa familiarità con i prodotti Sony. Non esiste un interruttore d’accensione e il camcorder si attiva in un paio di secondi aprendo il display LCD o estraendo il mirino. Il mirino dispone di una fotocellula che lo attiva quando si avvicina l’occhio, spegnendo automaticamente il display LCD: utilizzando il camcorder su un treppiede, può succedere di spegnere il display semplicemente avvicinando una mano al mirino ed è quindi consigliabile non estrarlo quando non serve.

Orientarsi nei menu non è proprio agevole, specialmente nel caso della sezione Camera Set che comprende più di una ventina di impostazioni diverse: una suddivisione in sezioni potrebbe rendere più immediata la regolazione. I tre pulsanti per la regolazione del diaframma, velocità dell’otturatore e guadagno sono accessibili anche quando si utilizza solo il mirino. Per la regolazione del bilanciamento del bianco manuale può essere conveniente associare questa funzione a uno dei sei pulsanti programmabili se si vuole evitare di dover accedere ogni volta al menu.

Infine, la possibilità di rimuovere facilmente l’impugnatura si dimostra utile in tutti quei casi nei quali sia necessario non dare troppo nell’occhio. L’unico limite può essere costituito dalla registrazione dell’audio poiché il microfono integrato non si è dimostrato molto efficace in ambienti particolarmente rumorosi.

Due alternative

Molte delle caratteristiche del PXW-Z90, che si trova in commercio al prezzo ivato di circa 3.200 euro, sono comuni ad altri due camcorder Sony, l’HXR-NX80 della serie NXCAM e l’FDR-AX700 della gamma prosumer, entrambi capaci di registrare il video HDR e che offrono la possibilità di accedere alle stesse regolazioni per i Picture Profile. Nel caso dell’NX80, la differenza sostanziale consiste nella limitazione al formato XAVC-S per la registrazione del video HD (campionamento 4:2:0 a 8 bit invece che 4:2:2 a 10 bit dello Z90) e l’assenza dell’uscita 3G-SDI, cosa che si traduce in un prezzo inferiore di circa 600 euro. La stessa limitazione al formato di registrazione XAVC-S è presente nell’AX700 (venduto a circa 1.900 euro) che inoltre non dispone dell’impugnatura con gli ingressi audio XLR, ma ha comunque la slitta multi interfaccia che permette di utilizzare adattatori XLR e radiomicrofoni.

Mauro Baldacci