Rob Legato si affida a Blackmagic Design per creare l’ambiente virtuale del Re Leone Rob Legato si affida a Blackmagic Design per creare l’ambiente virtuale del Re Leone
Blackmagic Design ha annunciato che il supervisore VFX Rob Legato si è avvalso di una serie di dispositivi Blackmagic per creare l’ambiente virtuale de Il... Rob Legato si affida a Blackmagic Design per creare l’ambiente virtuale del Re Leone

Blackmagic Design ha annunciato che il supervisore VFX Rob Legato si è avvalso di una serie di dispositivi Blackmagic per creare l’ambiente virtuale de Il re leone della Disney. Diretto da Jon Favreau e con le voci di Donald Glover e Beyoncé Knowles-Carter, il film, uscito nelle sale di tutto il mondo il 19 luglio scorso, ha già totalizzato oltre $1,5 miliardi di incassi.

Con la tecnologia disponibile al giorno d’oggi, la produzione di un lungometraggio animato in 3D non prevede più l’attesa delle versioni preliminari dal team di animazione. Il supervisore VFX Rob Legato, premio Oscar per diversi film, tra cui Hugo Cabret e Il libro della giungla, ha portato tale tecnologia a nuovi livelli creando uno spazio in cui i registi tradizionali possono lavorare in un ambiente digitale, utilizzando i consueti strumenti dei set cinematografici. “L’obiettivo non era quello di generare ogni ripresa al computer”, ha detto Legato, “ma di fotografare l’ambiente digitale come fosse un set reale”.

Riportando gli amati protagonisti sul grande schermo in maniera completamente nuova, la storia è ambientata nella savana africana, dove il futuro re deve far fronte a tradimenti e tragedie per assurgere al trono che gli spetta nella Rupe dei Re. Come la pellicola originale della Disney Animation del 1994, che all’epoca rappresentò un traguardo straordinario per l’animazione in 2D, la nuova versione sposta nuovamente i confini della tecnologia moderna, affidandosi stavolta alla computer grafica avanzata per creare uno stile fotorealistico mai visto prima. Estetica finale a parte, il progetto si è avvalso delle più recenti tecnologie in ogni fase, inclusa la produzione, utilizzando un ambiente virtuale all’avanguardia.

Il set di produzione dove il film è stato girato è alquanto sui generis, con una serie di dispositivi insoliti nella parte centrale e una squadra di tecnici dietro i computer posizionati lungo il perimetro. Per effettuare le riprese, il regista Jon Favreau e il direttore della fotografia Caleb Deschanel indossavano visori capaci di proiettarli nel mondo virtuale di Mufasa e Simba.

Invece di costringere i registi ad adattarsi agli strumenti digitali, Legato ha modificato i dispositivi stessi di ripresa perché funzionassero nel mondo virtuale. Su una gru sono stati inseriti dispositivi di tracking di modo che i computer potessero ricrearne i movimenti con precisione su schermo, ed è stata utilizzata persino una Steadicam, che Deschanel ha potuto muovere virtualmente con gli stessi strumenti impiegati nelle riprese d’azione dal vivo. Lo scopo è stato quello di consentire alla produzione di svolgersi in maniera tradizionale, con gli strumenti consueti, non solo sul set ma anche in ambito digitale. “Nella previsualizzazione tradizionale la camera viene spostata esclusivamente grazie al computer”, ha spiegato Legato. “Invece nel nostro ambiente virtuale abbiamo letteralmente posizionato un dolly sul set reale, poi riprodotto con precisione sul set digitale.

ATEM Production Studio

DaVinci Resolve Panel

DaVinci Resolve

Micro Studio Camera

Blackmagic Design non è stata semplicemente una parte del sistema, ma la colonna portante dell’intero procedimento, fornendo l’intera infrastruttura sia per il mondo virtuale che per lo studio. “Ci siamo affidati ai dispositivi Blackmagic innanzitutto per la distribuzione dei segnali all’interno dell’intero edificio”, ha rivelato il producer VFX Matt Rubin, “ma anche in ogni fase della produzione, dall’acquisizione delle riprese sulle schede DeckLink alla cattura con le Micro Studio Camera 4K utilizzate come camere secondarie. Il flusso di lavoro includeva anche i convertitori Teranex e diversi switcher tra cui ATEM Production Studio 4K e ATEM Television Studio HD”.

Gli effetti visivi e il montaggio sono stati veicolati tramite i router Smart Videohub per consentire a entrambi i team di accedere alla sala proiezioni, oltre che per essere utilizzati come sorgente video per le riprese. In fase di produzione, mentre i computer generavano l’ambiente virtuale, i filmati venivano acquisiti sulle schede di acquisizione e riproduzione DeckLink, riprodotti attraverso il network video collegato alla sala di controllo e registrati sugli HyperDeck Studio Mini.

Una volta girate e acquisite le riprese sui computer, è toccato alla casa di VFX MPC creare le immagini fotorealistiche. In fase di revisione delle immagini per mantenere aggiornato il montaggio, Legato e il suo team si sono affidati a DaVinci Resolve Studio e a DaVinci Resolve Advanced Panel in due distinte suite, in cui lui stesso correggeva il colore delle riprese, poi utilizzate come linee guida dai coloristi impegnati nel grading definitivo. Il progetto su DaVinci Resolve veniva quindi aggiornato varie volte al giorno con le nuove immagini fornite dalla MPC. Legato mostrava le immagini a Favreau nel contesto del montaggio, piuttosto che le riprese individuali, per cui era importante che le riprese fossero ben bilanciate per offrire una visione gradevole. I vari membri del team potevano accedere al database condiviso di DaVinci Resolve da qualsiasi postazione nella struttura, e vedere la stessa timeline senza impegnare una sala di proiezione.

Nonostante le tecnologie all’avanguardia utilizzate per girare il film, il prodotto finale riflette la pura forma artistica del cinema grazie all’utilizzo di strumenti reali della cinematografia classica e a un flusso di lavoro particolarmente creativo. “L’ambiente virtuale ha creato un universo estremamente flessibile in cui girare le riprese”, ha concluso Legato. “Dal consentire al DOP di muovere il sole a seconda dell’ora del giorno, o al direttore creativo di posizionare alberi o altri elementi scenici durante la produzione, l’universo virtuale ci ha offerto un’incredibile piattaforma per girare questo film. Si è trattato decisamente di un nuovo modo di fare cinema, con tutte le insidie delle produzioni consuete, ma con molta più flessibilità in ambito creativo”.

redazione milano