IBC 2016: prosegue la crescita IBC 2016: prosegue la crescita
Quasi 56mila operatori hanno partecipato alla 49esima edizione dell’IBC di Amsterdam, la più soleggiata di sempre. Oltre 1.800 aziende espositrici, circa 250 delle quali... IBC 2016: prosegue la crescita

ibc16_ip2_1Quasi 56mila operatori hanno partecipato alla 49esima edizione dell’IBC di Amsterdam, la più soleggiata di sempre.

Oltre 1.800 aziende espositrici, circa 250 delle quali partecipanti per la prima volta, hanno occupato i 52mila metri quadrati di spazio espositivo riservato alla manifestazione, utilizzando praticamente tutto lo spazio disponibile presso il centro RAI di Amsterdam, compreso il nuovo padiglione quasi interamente riservato da SAM e i due tendoni provvisori allestiti per l’occasione.

Il dato interessante, reso noto per la prima volta, è il numero di espositori, poco meno di 20mila, il che significa che i ‘visitatori/possibili compratori’ sono stati circa 35mila. Sfoggiando questi numeri, Michael Crimp, CEO dell’IBC, ha sottolineato come l’evento di Amsterdam sia un modo per far incontrare le persone, condividere le conoscenze e fare affari.

ibc16_ip_1Uno dei temi caldi di questa edizione è stato il  passaggio dalle produzioni basate su SDI a quelle che sfruttano l’IP. Il logo dell’AIMS (Alliance for IP Media Solutions) campeggiava in numerosi stand e lo spazio dedicato alle dimostrazioni dell’interoperabilità ha visto la partecipazione di numerosi espositori e visitatori. Non c’è dubbio che i tempi siano oramai più che maturi per quel che riguarda le produzioni audio mentre, a parere di molti operatori, ci vorranno ancora diversi anni perché le produzioni video, in particolare quelle live, possano trarre giovamento dall’impiego di un’infrastruttura interamente basata sul protocollo Internet per il trasferimento dei segnali.

Anche le produzioni di video HDR (High Dynamic Range) sono state al centro dell’attenzione di numerosi operatori, ma in questo caso il problema ancora da risolvere è quello degli standard. Il Dolby Vision, sistema proprietario dei Dolby Laboratories, diventerà molto probabilmente lo standard per le produzioni cinematografiche, ma non sembra incontrare il favore dei broadcaster o dei produttori di televisori (fra i grandi, soltanto LG lo supporta e solo sui modelli di fascia più alta). L’ITU ha definito due standard diversi, Rec.2020 e Rec. 2100, tra loro non compatibili. Il primo è stato anche scelto dalla UHD Alliance, un consorzio di produttori di elettronica da consumo, ed è già supportato da diversi fabbricanti mentre il secondo ha il vantaggio di poter garantire un certo grado di compatibilità con i televisori non HDR. Il consorzio DVB è ancora in una fase interlocutoria e conta di risolvere il problema entro la fine dell’anno.

ibc16_vr1Infine, com’era accaduto all’ultimo NAB, la Virtual Reality (VR) è stata definitivamente resuscitata. Sono in molti a chiedersi, scrivente compreso, se ve ne fosse la necessità, ma a quanto pare c’è chi crede che possa ritagliarsi uno spazio nei nostri salotti. Qui la situazione è abbastanza caotica, con un discreto numero di aziende che propongono soluzioni più o meno proprietarie e la tecnologia che è ancora in evoluzione. Senza contare che in molti soggetti può provocare nausea anche solo dopo pochi minuti di visione: roba da stomaci forti, tanto per intenderci.

Mauro Baldacci