Coronavirus, cresce l’audience tv ma si rischia l’infodemia Coronavirus, cresce l’audience tv ma si rischia l’infodemia
Il virus fa bene all’audience. Con la diffusione del coronavirus aumenta infatti anche il bisogno di informarsi sugli sviluppi dell’emergenza sanitaria. Secondo un’analisi di... Coronavirus, cresce l’audience tv ma si rischia l’infodemia

Il virus fa bene all’audience. Con la diffusione del coronavirus aumenta infatti anche il bisogno di informarsi sugli sviluppi dell’emergenza sanitaria. Secondo un’analisi di Havas Media l’impatto di questa “infodemia” è per certi versi positivo sui principali media televisivi.
La crescita si è avuta soprattutto su quella parte di pubblico generalmente meno affezionata alla televisione tradizionale: di età inferiore ai 64 anni, alta scolarizzazione, classe socioeconomica alta e medio-alta.

Analizzando gli ascolti televisivi del 23-24 febbraio e confrontandoli con il weekend precedente, Havas Media osserva che l’audience TV è aumentata del 3,5%, con più spettatori (+1,4%) che hanno guardato la televisione per più tempo (+2,1% minuti di tempo spesi davanti allo schermo).

I programmi di informazione, che nel weekend si concentrano soprattutto sulle news veicolate dai telegiornali, hanno visto una crescita in doppia cifra delle audience: +40% per il TG5 e +18% per il TG1. Il TG di La7 ha registrato un +37%, mentre sempre su La7 domenica sera Non è l’Arena di Giletti ha visto un +24%.
L’analisi segnala anche l’aumento delle audience dei canali all news: +132% per Tgcom24, +146% per Rai News 24, +213% per Sky TG24.

Ma ai tempi dell’informazione diffusa attraverso i social media, ogni ‘voce’, ogni gossip anonimo rischia di ottenere la stessa credibilità delle informazioni ufficiali delle autorità mediate dai mezzi di informazione.
Un agile saggio pubblicato nel 2015 INFODEMIA, i meccanismi complessi della comunicazione nelle emergenze (Giancarlo Manfredi, Guaraldi Editore), ci aiuta a capire l’importanza della corretta comunicazione nelle emergenze per non cadere in una infodemia perniciosa, pericolosa come e pìù di una epidemia perchè “Language is a virus”, afferma William S. Burroughs.

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redazione milano