Il gruppo RAI fa registrare un leggero utile nella prima metà dell’anno, pari a 3,3 milioni. Un risultato positivo inatteso, visto che il Gruppo perdeva quasi 5 milioni di euro dopo i primi sei mesi dell’anno passato.
Dai documenti che l’azienda pubblica ha depositato nei giorni scorsi, si capisce che il ritorno all’utile è l’effetto di tre fattori prevalenti.
1 Il canone in bolletta
Ora che il canone Rai si paga con la bolletta elettrica, l’evasione si è drasticamente ridimensionata. Nei primi sei mesi del 2019, Viale Mazzini mette a bilancio 50 milioni 144 mila euro che arrivano da evasori beccati nel passato, tra il 2004 e il 2014. Queste persone sono state iscritte a ruolo per il mancato versamento del canone.
2 La vendita dei brevetti
La Rai è inoltre titolare di alcuni brevetti per la tecnologia che modificherà, entro il 2022, la trasmissione del segnale televisivo nel digitale terrestre, il DVBT-2. In questi mesi, l’azienda ha firmato dei contratti di licenza per questi brevetti incamerando altri 7,1 milioni.
3 Il contributo pubblico
Un’altra somma importante (pari a 19,2 milioni di euro) arriva a Viale Mazzini come “contributo riconosciuto dallo Stato” per il rispetto degli obblighi del Contratto di Servizio (“inclusi quelli per lo sviluppo della programmazione digitale”). Il contributo è previsto per il 2019 e il 2020 dalla legge di Bilancio 2018.
Bilancio Semestrale RAI 2019 8.10.2019