Addio a Claudio Coccoluto Addio a Claudio Coccoluto
Si è spento la notte scorsa a Cassino il dee jay Claudio Coccoluto. Conosciuto in tutto il mondo per la sua musica da discoteca,... Addio a Claudio Coccoluto

Si è spento la notte scorsa a Cassino il dee jay Claudio Coccoluto.
Conosciuto in tutto il mondo per la sua musica da discoteca, punto di riferimento del mondo del clubbing, Coccoluto, originario di Gaeta, ha fatto ballare intere generazioni nei locali più noti d’Italia e del mondo.
Aveva 59 anni e da un anno combatteva contro una grave malattia. Proprio ieri il Comune di Cassino aveva annunciato la realizzazione di un murale a lui dedicato. Il mondo della musica dal vivo e della radiofonia lo ricorda oggi come un artista nel suo genere.
“Se ne va il maestro più grande e l’amico di sempre,” scrive il suo amico e socio Giancarlo Battafarano. “Ha dato cultura alla musica nei club come dj e artista fuori dal coro. Sempre pronto a metterci la faccia con i media sia per gli aspetti gioiosi sia per i problemi del nostro settore. Con lui se ne va una parte di me”.
A 13 anni giocava a fare il dj nel negozio di elettrodomestici del padre a Gaeta. Nel 1978 le prime esperienze radiofoniche dalle frequenze di Radio Andromeda. Poi, nel 1985 il grande salto nel mondo del clubbing e in breve tempo diventa una delle figure di riferimento nell’ambito della musica da discoteca elettronica underground.
Tante le collaborazioni con il mondo radiofonico, tra queste uno spazio fisso nella programmazione di Radio Deejay.
Nel 1991 è lui il primo Dj europeo a suonare alla Sound Factory di New York. Voce fuori dal coro, Claudio Coccoluto ha spesso messo il suo volto al servizio di battaglie sociali e civili, fino a candidarsi nel 2006 con i radicali e i socialisti sotto il simbolo della Rosa nel pugno.
“Far ballare quello che tu non avresti mai pensato di ballare è l’elemento avventuroso del fare il dj” – dichiarava in un’intervista – “tuttavia, non ho incentrato alcun disegno di vita sul mestiere di dj, al di là del fatto che mi piaceva condividere la mia musica con gli altri. Il resto è arrivato da sé”.

Piero Ricca